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Maggio 2020

#GiapponeMonogatari – Storie popolari e leggende

Diamo il via a questo viaggio nella cultura del Giappone attraverso i ‘monogatari’, le storie, il cui primo capitolo vuole essere un assaggio dell’inestimabile e vastissimo patrimonio di fiabe e leggende popolari, che il Sol Levante nei secoli ha tramandato. Fiabe e leggende si intrecciano, personaggi esistiti, eventi storici e favole si fondono generando storie ricche di allegorie e metafore, che hanno incantato e istruito intere generazioni, con personaggi ancora oggi vivi nella fiction cinematografica e televisiva.

Momotarō

© Okayama Prefectural Tourism Federation  

«Che stai dicendo? Non sai chi sono io? Sono Momotarō e sto andando a sconfiggere gli orchi nella loro isola fortezza nel nordest del Giappone. Se cerchi di fermarmi, ti taglierò in due dalla testa alla coda!»

Momotarō, detto anche Taro della Pesca, è uno dei racconti popolari più amati del Giappone. Secondo la versione attuale del racconto (risalente al periodo Edo), Momotarō venne sulla Terra all'interno di una pesca gigante, trovata a galleggiare lungo un fiume da una donna anziana e senza figli che vi lavava i panni. La donna e suo marito scoprirono il bambino nell’aprire la pesca per mangiarla. Subito il bambino spiegò loro che era stato mandato dal cielo per essere loro figlio. La coppia lo chiamò Momotarō, da momo (pesca) e tarō (figlio maggiore).

Anni dopo, Momotarō lasciò i suoi genitori per combattere una banda di predoni (demoni o orchi) su un'isola lontana. Lungo il percorso, Momotarō incontrò e fece amicizia con un cane rosso parlante (Akainu), una scimmia gialla (Kizaru) e un fagiano blu (Aokiji), che accettarono di aiutarlo nella sua ricerca. 

© Okayama Pref. Tourism Federation  

Sull'isola, Momotarō e i suoi amici animali riuscirono a penetrare il forte sconfiggendo la banda di demoni. Momotarō e i suoi nuovi amici tornarono a casa con il tesoro saccheggiato e il capo dei demoni come prigioniero. Da quel momento il protagonista e la sua famiglia vissero nell’agio e nella gloria.

Si dice che le origini del racconto di Momotarō siano da cercarsi nell’attuale Prefettura di Okayama. L’isola degli orchi viene spesso associata all’isola di Megi-jima, un’isoletta nel mare vicino Takamatsu. Oggi è possibile trovare infatti proprio ad Okayama una statua che ritrae Momotarō insieme alla scimmia, al cane e al fagiano! 

© Okayama Pref. Tourism Federation  

Info: https://www.japan.travel/it/spot/834/

Proprio nella prefettura di Okayama si trova anche il Kibitsu-jinja, un santuario fortemente legato alle vicende di Momotarō, impreziosito da un’architettura unica e da un suggestivo corridoio lungo oltre trecento metri.

https://www.okayama-japan.jp/en/spot/782

© Okayama Prefectural Tourism Federation  

 

La storia di Urashima Tarō, il giovane pescatore

 

Il racconto di Urashima Tarō è associato alla prefettura di Kaganawa ed è apparso per la prima volta nell’XI secolo. Un giorno un giovane pescatore di nome Urashima Tarō sta pescando quando nota un gruppo di bambini che torturano una piccola tartaruga. Tarō la salva consentendole di tornare al mare. Il giorno successivo, un'enorme tartaruga lo avvicina e gli consegna un messaggio: la piccola tartaruga che aveva salvato è la figlia dell'Imperatore del Mare, il quale vuole vederlo per ringraziarlo. La tartaruga magicamente dota Tarō di branchie e lo accompagna in fondo al mare, al Palazzo del Dio Drago, dove incontra l'imperatore e un’affascinante principessa, che comprende essere la piccola tartaruga che aveva salvato. Tarō resta ospite della principessa, Otohime, per tre anni, ma presto vuole tornare nel suo villaggio e vedere sua madre anziana, quindi chiede il permesso di andarsene. Come ricordo, la principessa gli dona un prezioso scrigno che egli però non dovrà aprire mai. Al ritorno, Tarō scopre che tutto è cambiato. La sua casa non c'è più, sua madre è sparita e le persone che conosceva non si vedono da nessuna parte.

© K.P.V.B 

Scopre che sono trascorsi 300 anni dal giorno in cui è partito per il fondo del mare. Triste e desolato si ricorda dello scrigno e lo apre. Una nuvola di fumo bianco lo avvolge e Tarō invecchia improvvisamente, la barba lunga e bianca e la schiena ricurva. Dal mare arriva la voce triste e dolce della principessa: " Ti avevo detto di non aprire quella scatola: essa conteneva la tua vecchiaia...".      
      

Si pensa che uno dei luoghi che ha dato i natali alla leggenda sia il santuario di Ryugu, nella prefettura di Kagoshima.

Info: https://www.japan.travel/en/ph/spot-activity/ryugu-shrine/

A Urashima Tarō è intitolato anche un santuario a Ine, nella Prefettura di Kyoto (Info: http://www.urashimajinja.org/english/ 

https://www.amanohashidate.jp/lang/en/spots/urashima-shrine/).

 

La leggenda dello Hagoromo

 

Era fatto di un materiale morbido e di penne ed era tessuto in colori fantastici. L’uomo decise di portarlo a casa, ma una giovane bellissima donna apparve davanti a lui e lo fermò dicendogli che l’abito era suo e lo voleva indietro. Hakuryō si rese conto che quella splendida fanciulla era un tennyo (ninfa celeste) e si rifiutò di restituirle l’abito, dicendo che avrebbe portato fortuna al suo villaggio. La donna si intristì e si lamentò dicendo che non avrebbe potuto volare in paradiso senza quell’abito.

Commosso dalla tristezza della bella fanciulla, Hakuryō disse che le avrebbe restituito il suo vestito a patto che lei danzasse per lui. Lei accettò, ma disse a Hakuryō che aveva bisogno del suo hagoromo per danzare: eseguì la danza del Palazzo della Luna, accompagnata da una musica celestiale. Mentre ballava, lentamente si girò verso il cielo, volò sopra la spiaggia, più in alto, sopra i pini, attraverso le nuvole, e oltre la cima del monte Fuji fino a scomparire nelle nebbie del cielo.

Come per molte storie popolari giapponesi, ci sono diversi luoghi in Giappone che rivendicano il loro scenario come ambientazione per la Leggenda di Hagoromo. Probabilmente il più famoso di questi luoghi è la pineta di Miho nella prefettura di Shizuoka, dove un tratto di pini neri crea un netto contrasto con il mare, incorniciando una vista meravigliosamente pittoresca sul Monte Fuji.

La storia del tagliatore di bambù

 

Questo racconto è molto popolare ed è considerato un esempio di proto-fantascienza. È collegato al Monte Fuji. Un giorno, mentre lavora nella foresta, un anziano tagliatore di bambù apre un gambo della pianta e ci trova una bambina dentro. Non avendo figli suoi, l’anziano la porta con sé per allevarla con sua moglie.

La chiamano Kaguya-hime. Kaguya sembra possedere poteri magici e porta fortuna e ricchezza alla famiglia. Ben presto diventa una bellissima donna, ambita come sposa da principi e persino dall'imperatore giapponese. Kaguya però, li respinge. 

Passa il suo tempo a guardare la luna e la famiglia capisce che Kaguya un giorno tornerà da dove è venuta. Così, dopo aver scritto una lettera di addio ai suoi amici e famigliari se ne va con l'entourage celeste venuto a prenderla.

Approfondimenti

Se ti sono piaciute le storie popolari e le leggende giapponesi, ti consigliamo alcuni testi per approfondire l’argomento.

Racconti di pioggia e di luna, Akinari Ueda
A cura di Maria Teresa Orsi, Marsilio Editori, 2001   
          

Nippon folklore. Leggende e miti dal Sol Levante 
Elisa Menini, Oblomov Edizioni, 2019       

La monaca tuttofare, la donna serpente, il demone beone. Racconti dal medioevo giapponese 
A cura di Roberta Strippoli, Marsilio Editori, 2001

Notizie per il trade

#GiapponeMonogatari è il titolo della nuova fase della comunicazione di JNTO Roma. Si tratta di uno storytelling avvincente sulla cultura e la tradizione giapponesi, brevi racconti e pillole di curiosità sull’universo nipponico, suddivisi in 4 macro-tematiche - Cibo, Folklore, Cinema giapponese, Giappone Segreto – a loro volta sviluppati attraverso gli approfondimenti più svariati.

I 4 filoni tematici saranno il trait d’union della comunicazione tradizionale, di quella social sul profilo attivo FB Scopri il Giappone e su quello IG di recente inaugurato – Visitjapan_it - sarà utilizzata nelle periodiche newsletter al consumatore e costituirà oggetto di approfondimento durante le formazioni agli operatori del settore.

#GiapponeMonogatari è la strategia intrapresa da JNTO Roma, non solo con l’intento di mantenere alto l’engagement del proprio pubblico in questa fase di forzato stop ai viaggi, ma soprattutto con lo scopo di fornire materiale di approfondimento e di studio, che tenga vivo l’interesse nei confronti della destinazione e getti le basi per un turismo meno ‘mordi e fuggi’, più consapevolmente immerso nelle peculiarità del luogo.

Statistiche

Dallo scorso marzo, al fine di far fronte all’emergenza Covid-19, il Giappone ha applicato restrizioni sugli ingressi nel Paese. Informazioni sulle statistiche dei flussi in ingresso nel Paese del Sol Levante alla pagina ufficiale https://statistics.jnto.go.jp/en/

 

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